Il Palio era anticamente un drappo riccamente intessuto o ricamato o dipinto, assegnato come premio al vincitore di gare che venivano disputate nel Medioevo e nel Rinascimento in alcune città italiane; per estensione poi, il termine andò ad indicare la gara stessa.

La più celebre, perché una tra le più antiche e tutt’ora in fiore, è il Palio di Siena, una corsa di cavalli tra le 17 contrade della città, consociazioni rionali nate nella metà del 15° secolo. La corsa si svolge il 2 luglio e il 16 agosto nella Piazza del Campo che per l’occasione si trasforma in una pista coperta di tufo giallo bagnato e con due temibili curve, quella del Casato, che precede l’arrivo, e quella di San Martino, entrambe spesso causa di cadute e incidenti.
ELENA: Il mio pensiero è che il Palio sia realmente una gara pericolosa, soprattutto non capisco l’esigenza di avere delle curve così strette doppiamente rischiose se percorse a una velocità sostenuta; tuttavia mi rendo conto che anche altre competizioni come le corse di galoppo o il salto ostacoli, possano essere parimenti pericolosi per i cavalli, quindi personalmente trovo strano che si possa essere sfavorevoli al Palio ma approvare competizioni come il cross country. Trovo il Palio un evento molto bello che celebra il cavallo, e credo che i senesi abbiano realmente a cuore la salute degli animali che gareggiano; sono tuttavia contraria al fatto che tutto sembrerebbe comunque pilotato da ragioni di business in cui sono coinvolti gli stessi fantini e che fanno perdere valore ai buoni propositi di far rivivere la tradizione.
INES: io sono contro il Palio perché non sono d’accordo su come venga gestita questa tradizione e sulla poca attenzione rivolta al protagonista, il cavallo. Le varie rivalità tra le contrade spesso sfociano in risse durante o dopo la corsa dove due binomi si scontrano per divergenze varie. Oltre a questo penso che si potrebbero apporre migliorie sul percorso davvero pericoloso e che ogni anno diventa un’arena nella quale si susseguono vere e proprie tragedie. Per quanto sia bella e storica questa tradizione, la vedo come una tragedia annunciata, un evento che mette troppo a rischio la sicurezza di cavallo e fantino.
LAURA: personalmente non sono un’amante di questo genere di eventi, mi preoccupa principalmente la salute dei cavalli che vi partecipano. Nonostante questo, non sono contraria al Palio perchè si tratta di una tradizione molto sentita che fa parte della nostra cultura. Mi auguro che comunque si cerchi sempre più di salvaguardare il benessere dei cavalli, così nel Palio come in tutte le altre competizioni equestri.