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Horse diving

Questa bizzarra e senz’altro assai controversa esibizione, fu una popolarissima forma di intrattenimento per gli americani dalla fine del 1800 fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. La performance in realtà durava pochi secondi: un cavallo e il suo cavaliere si gettavano in una piscina da una piattaforma, posta ad un’altezza che poteva superare i 18 metri.

Per 50 anni questa esibizione attiró una grande folla e veniva ripetuta dalle 2 alle 6 volte al giorno, 7 giorni su 7. Non sono riportati incidenti per quanto riguarda i cavalli, mentre per i fantini/tuffatori, ci furono diversi infortuni; addirittura la morte del giovane Oscar Smith di soli 19 anni che perse la vita durante uno spettacolo a San Antonio, Texas, o la perdita della vista per Sonora Webster a causa dell’impatto con l’acqua (a lei è ispirato il film Wild Hearts Can’t Be Broken, tradotto in italiano “Un tuffo nel buio”).

Ma chi è stato l’ ideatore (pazzo) di questi spettacoli? William F. “Doc” Carver, un personaggio del selvaggio West amante dell’esagerazione e un bugiardo patologico, il classico animale da palcoscenico, che dopo aver militato in diversi spettacoli, cercò di mettere in piedi il proprio show mettendosi alla ricerca di qualcosa di sensazionale. Non è sicuro di come l’idea del cavallo che si tuffa in una piscina gli sia venuta in mente; secondo una versione, durante un inseguimento ad opera degli indiani, pare sia stato costretto a gettarsi in un fiume insieme al suo cavallo e raggiungere così la riva opposta; secondo un’altra, invece, sembra che mentre stava attraversando un ponte a cavallo, questo sia crollato facendolo finire in acqua. C’è infine l’ipotesi meno fantasiosa secondo cui il cavallo che finiva a mollo era un siparietto di un altro show western e Carver avrebbe pensato che questa performance da sola, con le dovute migliorie, poteva dare vita ad uno spettacolo sensazionale. Cominciò a proporlo al pubblico aggiungendo poi la presenza di una giovane donna che in sella al cavallo si gettava insieme a lui; lo show piacque talmente tanto che Carver si trovò a capo di un piccolo impero con sei cavalli che si esibivano in varie parti d’America. Dopo la morte di Carver gli spettacoli non si fermarono e trovarono un palco d’eccezione nello Steel Pier di Atlantic City, New Jersey, una sorta di teatro all’aperto dove si poteva assistere ai più disparati spettacoli ed esibizioni. Il successo dei diving horses andò avanti per decenni ma negli anni ’70 le cose cambiarono e questi spettacoli non sembravano più incontrare i desideri degli americani, ora più interessati alle slot machines. Purtroppo i cavalli fino ad allora impiegati nelle esibizioni vennero venduti al miglior offerente, finendo spesso, purtroppo, nei mattatoi. Ma così non è stato per Gamal, un purosangue baio scuro che all’epoca aveva 26 anni e che ebbe la fortuna di incontrare sulla sua strada l’attivista per i diritti degli animali Cynthia Branigan, che riuscì a salvarlo e a fargli passare gli ultimi anni di vita in libertà e serentità. Gamal è stato nominato “the last diving horse“, perché, nonostante alcuni tentativi di farli riprendere, quegli spettacoli non vennero più messi in scena.

Fonti

https://horseyhooves.com/horse-diving/

https://www.atlasobscura.com/articles/horse-diving-atlantic-city-steel-pier

https://en.wikipedia.org/wiki/Diving_horse

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