François Baucher è sicuramente nella lista dei grandi écuyer della storia dell’equitazione classica.
Nasce a Versailles nel 1796, e come tanti cavalieri dell’epoca, comincia a formare le proprie idee sull’equitazione nell’ambiente circense, dove avvenivano le esibizioni più importanti e con i virtuosismi più complessi.


L’idea e filosofia di Baucher andava a scontrarsi con quelle dell’epoca, tacciate di essere vaghe, incerte e futili; il cavaliere francese pone come finalità del suo “primo metodo” quella di poter disporre della totale forza ed energia del cavallo che viene sottomesso in toto alla volontà del cavaliere; l’eventuale resistenza dell’animale deriva spesso dalla rigidità di collo, nuca e mandibola, perciò è fondamentale l’utilizzo di esercizi di flessione per rendere più elastiche queste parti, insieme con esercizi di ginnasticamento di spalle, anche e posteriori. Lavorando le varie parti del cavallo una alla volta, Baucher dice di poter ottenere la riunione attraverso il cosiddetto “effet d’ensemble”, cioè l’azione progressiva delle gambe unita alla resistenza della mano, per portare il cavallo ad accorciare la sua base d’appoggio e quindi a riunirsi.
I principi di Baucher ebbero un grande successo, supportati dalle numerose esibizioni e dimostrazioni, tanto da venire impiegati anche dalla cavalleria francese che aveva nel Cadre Noir la maggiore e più alta espressione. Baucher ebbe anche numerosi oppositori, primo tra tutti il Conte Antoine Cartier d’Aure.
Ma nel 1855 Baucher è vittima di un brutto incidente, che secondo alcuni sarà la causa di un cambiamento della sua idea di equitazione, mentre secondo altri ha semplicemente velocizzato un processo di revisione già in atto negli ultimi anni: durante l”addestramento di un cavallo, un grosso lampadario si stacca dal soffitto e colpisce in pieno il cavaliere, causandogli diverse fratture e ferite. Baucher non si esibirà mai più in pubblico.
Inizia così il “secondo metodo” di Baucher, in alcuni punti molto diverso o addirittura contrario al primo.
Non potendo più contare sulla forza delle sue gambe, l’effet d’ensemble non è più il fine ultimo né la colonna portante della sua equitazione; la flessione della nuca o ramener, non è più lo scopo a cui ambire, ma è la naturale conseguenza di un’attitudine generale del cavallo. Non è più quindi un prerequisito per ottenere la riunione, ma è il risultato, l’espressione della riunione stessa.
Questo nuovo Baucher ricerca la leggerezza come chiave per poter ottenere un cavallo in equilibrio, e quindi in grado di avere la massima mobilità. L’utilizzo della mano prevale e non è mai contemporaneo a quello della gamba (hands without legs and legs without hands).
Anche se è il secondo metodo a cui si allude quando ci si riferisce alla filosofia di Baucher, questo ha avuto sicuramente meno successo rispetto al primo, un po’ perché la pubblicazione della teoria rivista avvenne molto tardi, e un po’ perché non fu avvalorato dalle dimostrazioni pratiche del maestro, che infortunato, non si esibì più dopo l’incidente.
Tra i nomi che sono stati influenzati dalle idee di Baucher troviamo il generale Alexis L’Hotte, suo allievo ed amico ed écuyer en chef del Cadre Noir dal 1864 al 1870, e il grande maestro Nuno Oliveira.
Fonti:
https://www.imisteridelcavallo.it/lincidente-al-circo-di-francois-baucher/
https://mariacooke.com/making-sense-of-francois-baucher/
https://www.horsemagazine.com/thm/whos-who/baucher-francois/
