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L’endurance – Intervista a Costanza Laliscia

Costanza Laliscia è giovane, giovanissima, e quando ci racconta di sè e della sua grande passione per l’endurance, si percepisce in lei il piacere vero e genuino di far conoscere a sempre più gente questa disciplina ancora troppo poco nota. La sua carriera agonistica è già molto lunga: dopo aver vinto diverse volte i campionati italiani sia junior che senior, quest’anno vince anche il campionato europeo individuale senior, ed è al primo posto del FEI Endurance Young Rider World Ranking 2019. Chi meglio di Costanza poteva spiegarci il fascino di questa disciplina?!
Ecco cosa ci ha raccontato.

1.Parlaci dell’endurance e delle regole principali da osservare durante una competizione.

L’endurance è sostanzialmente una maratona a cavallo, e le gare vanno da una distanza minima di 20 kilometri a una massima di 160 (da percorrere in uno stesso giorno). Si parte “in frotta” cioè tutti insieme e il percorso è suddiviso in vari giri, al termine di ognuno si ritorna al punto di partenza chiamato “cancello veterinario”; qui un veterinario controlla i parametri metabolici del cavallo e si accerta che non ci siano irregolarità nell’andatura (zoppie). Vince chi finisce il percorso per primo dopo aver superato la visita veterinaria. La regola fondamentale dell’endurance si può dire sia quindi il benessere del cavallo che viene visitato costantemente durante tutta la gara ed è perciò fondamentale che il cavaliere sappia gestire al meglio le energie dell’animale e distribuire bene le forze lungo tutto il percorso per essere pronti a un ipotetico sprint finale.

2. Come è iniziata la tua passione per l’endurance?

E’ iniziata grazie al mio papà appassionato di cavalli e di endurance in particolare: è stato campione del mondo a Dubai nel 2005 e io lo segiuivo in gara fin da piccolissima con il sogno di continuare la sua strada. Abbiamo anche una scuderia molto importante, la Italia Endurance Stables & Accademy, quindi la mia passione per i cavalli prima e per l’endurance poi, nasce fin da piccolissima.

3. Com’è strutturato un tuo allenamento tipo?

Gli allenamenti possono essere molti lunghi; un allenamento medio, cioè di circa due ore prevede come andatura principale il passo intervallato da qualche minuto di trotto e galoppo; importante è lavorare anche in dislivello, quindi fare percorsi di montagna, e a volte per rafforzare l’allenamento facciamo dei lavori di solo galoppo fino alle due ore anche continuative all’interno di piste di allenamento, quindi in un circuito chiuso. Io come atleta, oltrechè prepararmi col cavallo con cui farò la gara, seguo poi un percorso molto mirato di allenamento funzionale, quindi mi alleno anche in palestra in modo da rendere più ottimali possibili le mie performance in gara e dare il mio supporto massimo al cavallo.

4. Come gestisci le andature durante il percorso?

La gara viene pianificata prima, in base alla tipologia della gara stessa, al cavallo, al tipo di allenamento seguito, e al tipo di terreno. In generale cerco di trottare senza andare oltre quella che sarebbe la velocità naturale del cavallo al trotto, per evitare uno sforzo eccessivo; le andature principali in gara sono ovviamente trotto e galoppo, ma se ci sono tratti pericolosi con un terreno particolarmente disconnesso si procede al passo o addirittura si scende e si conduce il cavallo a mano.

5. Quali parametri vengono controllati al cavallo durante le visite?

Vengono controllati in primis i battiti cardici che devono essere sotto i 64 al minuto; poi si guarda il livello di idratazione, il riempimento capillare, il tono muscolare, vengono controllate le mucose, che l’intestino sia in movimento e l’andatura.

6. Qual è la difficoltà maggiore di questo sport?

Essendo percorsi molto lunghi, ci possono davvero essere tanti piccoli incidenti che
possono arrivare a compromettere il risultato della gara stessa. Anche in quei momenti in cui può subentrare un po’ di stanchezza, bisogna mantenere la concentrazione e montare bene assecondando e alleggerendo il cavallo.

7. Quale aspetto dell’endurance che ti appassiona vorresti far conoscere a chi non sa molto di questa disciplina?

Mi piace il rapporto che si instaura con il cavallo perché facciamo talmente tanti kilometri insieme che si crea qualcosa di speciale; questo legame a livello di sensazioni e sentimenti è molto importante e prezioso perché il cavallo ci trasmette le sue sensazioni a livello di stanchezza e benessere che bisogna saper ascoltare per poter gestire al meglio la gara. Inoltre nell’endurance c’è un contatto con la natura costante e si attraversano dei percorsi meravigliosi con dei paesaggi stupendi.

8. Cosa consiglieresti a una persona che vorrebbe provare a cimentarsi nell’endurance?

Consiglio di cercare di fare formazione e di apprendere il più possibile perché a
volte l’endurance viene sottovalutata pensando sia solo un passeggiata a cavallo ma in realta dietro c’è un grande studio, allenamento e lavoro di tanti professionisti.

5 CURIOSITA’ SULL’ENDURANCE!!!

  • Generalmente nell’endurance si prediligono finimenti leggeri, soprattutto per quanto riguarda la sella, e resistenti; il team di Costanza, il fuxiateam, per esempio, usa una testiera in biothane, un materiale leggero ma, contrariamente al cuoio, resistente all’acqua;
  • Lungo il percorso ci sono dei punti detti di assistenza dove si incontrano gli assistenti e le altre persone del team per rinfrescare il cavallo e farlo bere molto velocemente prima di riprendere la gara;
  • L’endurance a livello agonistico prevede che i cavalieri abbiano almeno 14 anni perché può capitare di dover attraversare tratti di strada su cui circolano veicoli, e uno dei requisiti del codice della strada per chi conduce un animale è appunto il compimento del quattordicesimo anno d’età;
  • La razza maggiormente prediletta in questa disciplina è il Purosangue Arabo;
  • Dopo ogni visita veterinaria, ci sono circa 40 minuti in cui il binomio può riposarsi e rifocillarsi prima di proseguire la gara.